Whistleblowing e risarcimento del danno morale: la prima sentenza italiana che riconosce la tutela del segnalante


Una pronuncia storica del Tribunale di Bergamo (sent. n. 951 del 6 novembre2025) ha riconosciuto per la prima volta in Italia il diritto al risarcimento del danno morale presunto a una whistleblower vittima di ritorsioni. Il giudice ha accertato la nullità delle misure punitive adottate dopo le segnalazioni di illeciti e ha applicato due principi fondamentali: l’inversione dell’onere della prova e la presunzione del danno morale derivante dalle condotte vessatorie.

La decisione consolida l’orientamento che collega la responsabilità datoriale ex art. 2087 c.c. alle situazioni di ambiente di lavoro nocivo e stressogeno, configurando la colpa organizzativa per mancata prevenzione. Con un risarcimento di 25.000 euro, il Tribunale ha affermato che la sofferenza morale — paura, isolamento, umiliazione — può essere dimostrata anche per presunzioni, a tutela effettiva della dignità del segnalante.

La sentenza rappresenta una svolta nella tutela dei whistleblower, rafforzando la protezione contro le ritorsioni e riconoscendo il valore costituzionale della dignità e della legalità nei luoghi di lavoro.