(Da Milano Today – 13 Gennaio 2023)
(di Fabrizio Gatti)
Quello che resta del suo stipendio gli è stato inviato a casa con la busta paga di dicembre: un assegno di un euro e 95 centesimi. La settimana in cui Atm aumenta del 10 per cento il prezzo del trasporto pubblico, la storia di Adriano D., 54 anni, impiegato dell’azienda municipale di Milano, diventa un paradosso. Con la sua segnalazione aveva fatto risparmiare ai milanesi decine di migliaia di euro e smantellato un traffico di biglietti clonati, messo in piedi da una banda di dipendenti infedeli che si dividevano l’incasso: oggi lui stesso deve difendersi dal terzo licenziamento firmato dal direttore generale di Atm, Arrigo Giana, che è anche l’amministratore delegato della società controllata al cento per cento dal Comune. Adriano D., nonostante l’ordine di reintegro della sezione Lavoro del Tribunale di Milano che ha annullato il primo licenziamento, non può tornare in ufficio ed è senza stipendio da febbraio 2022. Il consiglio di disciplina interno, al quale l’impiegato ha fatto ricorso contro gli altri due licenziamenti successivi, infatti non si riunisce da mesi: il Comune di Milano non ha mai nominato il presidente che deve occuparsi del caso, nonostante tre intimazioni